Indice

Linea guida per la gestione degli accessi vascolari centrali

Redazione: Dr.ssa C. Maccioni

Approvazione: Dr. R. Bellù, Coord. R. Dotti

Data: giugno 2013

Introduzione

I pazienti ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica spesso necessitano di cateteri venosi centrali in quanto rappresentano un accesso vascolare stabile per la somministrazione endovenosa a lungo termine di nutrizione e farmaci.

Il CVC è una sonda di materiale biocompatibile che permette il collegamento tra la superficie cutanea e un distretto venoso ad alto flusso.

La sicurezza che caratterizza tali presidi è garantita solo se il loro posizionamento e la loro gestione è affidata a personale specializzato e costantemente aggiornato.

La conoscenza delle linee guida e delle raccomandazioni riguardanti la corretta gestione dei cateteri venosi centrali è uno strumento utile per ridurre il rischio di complicanze, anche gravi, che possono comportare un aumento della morbilità e della mortalità del paziente.

Campo di applicazione della linea guida

Le seguenti raccomandazioni della linea guida si applicano a tutti i pazienti in età neonatale e pediatrica ricoverati nella SC Neonatologia e TIN per i quali è indicato il posizionamento di un accesso vascolare / CVC.

Scopi della linea guida

  1. Identificare i pazienti che necessitano di CVC e definire le indicazioni al posizionamento e le relative controindicazioni
  2. Identificare per le varie tipologie di paziente e le diverse condizioni cliniche ed assistenziali l'accesso vascolare più idoneo
  3. Identificare le procedure di posizionamento e di gestione dei CVC e degli accessi vascolari
  4. Descrivere le procedure di posizionamento e di gestione dei CVC e degli accessi vascolari
  5. Descrivere e ridurre le complicanze legate al posizionamento e alla gestione dei CVC

1. Indicazioni e controindicazioni al posizionamento dei CVC in età neonatale

Indicazioni

  1. Necessità di somministrazione di soluzioni/farmaci non tollerati in vena periferica (NPT con osmolarità > 800 mosm/L, farmaci con pH < 5 o > 9, farmaci con osmolarità > 500 mosm/L, farmaci flebitogeni, vescicanti, irritanti)
  2. Scarso patrimonio di vene periferiche
  3. Necessità di frequenti e protratte punture venose per infusioni e prelievi
  4. Monitoraggio della PVC
  5. Accesso venoso richiesto per periodo prolungato (considerare accesso venoso centrale per terapie farmacologiche superiori a 6 giorni)

Un catetere venoso centrale, quindi, viene solitamente posizionato in:

Un catetere venoso centrale non è la scelta ideale nelle seguenti condizioni:

Indicazioni specifiche per CAO

Primarie

Secondarie

Controindicazioni

Esistono delle specifiche controindicazioni al cateterismo ombelicale e al cateterismo percutaneo

Cateterismo ombelicale vena e arteria

  1. Peritonite
  2. Enterocolite necrotizzante
  3. Onfalite
  4. Onfalocele
  5. Addome acuto
  6. Evidenza di compromissione vascolare locale a livello delle natiche o degli arti inferiori (per il cateterismo arterioso)

Cateterismo percutaneo

Non esistono controindicazioni assolute, poiché è la situazione clinica che indica la necessità per un accesso venoso centrale.

Le controindicazioni relative sono:

  1. Infezioni cutanee al sito di inserzione
  2. Diatesi emorragica non corretta (questa non è una controindicazione per i cateteri percutanei inseriti in vene periferiche)
  3. Batteriemia o infezione fungina (che può causare colonizzazione e infezione del catetere)
  4. Possibilità di trattamento adeguato con accessi venosi periferici. I cateteri venosi centrali hanno un elevato rischio di complicazioni e non devono essere utilizzati quando l'accesso vascolare periferico è possibile e adeguato.

2. Indicazione all'accesso vascolare più idoneo in relazione alle varie tipologie di paziente e alle diverse condizioni cliniche

Le principali condizioni che determinano la scelta del tipo di catetere sono le seguenti:

In base a questi elementi si possono individuare queste scelte:

tabella_indicazioni.jpg

Accessi venosi centrali e periferici disponibili nel neonato per cateterismo percutaneo e per cut-down

Le vene di prima scelta sono quelle sottocutanee della piega del gomito e dell'avambraccio:

Queste vene hanno un decorso lineare, quindi sono più facili da reperire, sono di grosso calibro e particolarmente elastiche, e facilitano l'introduzione del catetere.

Se in questa sede sono presenti cicatrici, edemi o ematomi si possono utilizzare:

La vena e le arterie ombelicali sono l'accesso vascolare centrale di prima scelta nei neonati pretermine e a termine alla nascita (a parte le eccezioni sopra riportate).

Tavole anatomiche con mappe delle vene

Tavole anatomiche

Tab. I Cateteri usati per accesso venoso e arterioso

Da: Linee Guida per la Prevenzione delle infezioni da cateteri intravascolari (CDC, 2011)

3. Modalità di posizionamento e di gestione dei CVC e degli accessi vascolari

I cateteri venosi centrali possono essere posizionati con tecnica percutanea o chirurgica (cut down); la scelta viene effettuata a seconda delle esigenze cliniche e della tipologia di paziente (quindi anche del tipo di catetere necessario).

Le vene centrali (v. succlavia, v. giugulare interna, v. femorale) possono essere sito di inserzione del catetere tramite tecnica percutanea o chirurgica (cut down); il percorso del catetere dal punto di ingresso nella cute al vaso può essere diretto (tecnica percutanea: catetere non tunnellizzato) o tramite confezionamento di tunnel sottocutaneo (tecnica chirurgica).

Le vene periferiche permettono l'inserimento di cateteri centrali per via percutanea (PICC).

A. Scelta della tecnica di posizionamento

1. Tecnica percutanea

a. Vantaggi

b. Svantaggi

2. Tecnica chirurgica aperta o cut-down

a. Vantaggi

b. Svantaggi

3. Cateterismo ombelicale tradizionale

a. Vantaggi

b. Svantaggi

4. Cateterismo ombelicale secondo Haumont

a. Vantaggi

b. Svantaggi

B. Scelta della misura e del materiale del catetere venoso o arterioso

Nella scelta della misura del catetere fattori determinanti includono il peso del bambino, il calibro della vena, il tipo di liquidi da infondere, la velocità di infusione, la necessità di prelievi e la frequenza delle somministrazioni della terapia.

Le misure di un catetere sono espresse in:

Il calibro del CVC da utilizzare è oggetto di discussione. E' dimostrato che il costante contatto tra il CVC e la parete del vaso provoca un danno endoteliale e un danno importante dell'intima con formazione di un manicotto a componente cellulare e connettivale (sleeve) che può inglobare il CVC. Il traumatismo sull'endotelio è ovviamente superiore con CVC di maggior calibro. Il rapporto ottimale fra il diametro del CVC e quello del vaso non deve essere superiore a 0,5, così da consentire un flusso ematico adeguato tra il CVC e la parete venosa.

Si raccomanda pertanto di posizionare il catetere più piccolo possibile in relazione alle necessità assistenziali.

In relazione quindi alle caratteristiche del neonato e della sede di inserzione la scelta della misura è la seguente:

Neonato Tipo di catetere Fr/Ch G Lunghezza cm
< 1500 g CVO poliuretano 3,5
< 1500 g CAO poliuretano 2,5-3,5
> 1500 g CVO poliuretano 0
> 1500 g CAO poliuretano 3,5
< 1000 g CVC poliuretano 1 27-28 20-30
> 1000 g CVC poliuretano o silicone 2 24 30
Qualsiasi peso CVO silicone
(Kit Haumont)
2 24 30
Chirurgico<1500g CVC poliuretano 24 9-12
Chirurgico>1500g CVC poliuretano 16-18 16-20
Chirugico >1500g CVC silicone 2,7-4,2 Circa 50

Vedi tabella allegata per le tabelle di conversione delle misure

Scelta del materiale del catetere

I cateteri percutanei sono usualmente fabbricati in silicone o poliuretano. I cateteri più piccoli (28 G) sono solo in poliuretano. Entrambi i materiali sono stati utilizzati con successo nei neonati e lattanti. La scelta del materiale è personale poiché non esistono al momento dati che confermino la superiorità di un materiale rispetto all'altro.

SILICONE

Vantaggi Svantaggi
Eccellente biocompatibilità ed emocompatibilità La morbidezza rende difficoltoso l'inserimento
Adatto a tempi di permanenza prolungati Meccanicamente fragile (i cateteri in silicone richiedono una parete più spessa, e quindi hanno un calibro interno ridotto)
Morbido, flessibile, confortevole Tollera pressioni più basse rispetto al PUR
Atraumatico, è il materiale meglio tollerato: riduce il rischio di flebiti e di erosione della parete cardiaca/vascolare Rimozione del mandrino difficoltosa
Fluttua nel flusso ematico Le soluzioni a base di iodio indeboliscono i cateteri in silicone
Elevata compatibilità con la maggioranza dei farmaci

POLIURETANO (PUR)

Vantaggi Svantaggi
La rigidezza facilita l'inserimento La rigidezza iniziale può aumentare il rischio di tromboflebiti o stravasi
Il PUR è da 2 a 10 volte più resistente del silicone e consente di produrre cateteri a parete sottile resistenti ad alti flussi La luce causa un ingiallimento del PUR aromatico
Materiale durevole e resistente Inerzia chimica inferiore al polietilene (l'alcol tende ad indebolire il PUR)
Elevata resistenza meccanica (trazione, piegamenti ripetuti, clamping, pressione…) Compatibilità coi farmaci inferiore a quella del polietilene
Elevata termosensibilità La permanenza della punta nelle camere cardiache comporta il rischio di tamponamento
Caratteristiche dei diversi materiali
Interazione con i farmaci Interazione con i lipidi Atraumaticità Vita del catetere Pressione venosa centrale
Polietilene Ottima Ottima Sufficiente Breve Ottimo
Silicone Buona Discreta Ottima Medio-lunga Scarso
Poliuretano Buona Buona Buona breve Buono

C. CONSIDERAZIONI PARTICOLARI sull'utilizzo dei CVC percutanei

1. Prelievi ematici da CVC percutanei

Il prelievo di sangue da un catetere percutaneo comporta un rischio teorico di occlusione del catetere stesso. Sono riportate descrizioni aneddotiche di effettuazioni di prelievi ematici senza complicazioni da CVC di calibro 1,9 Fr o 26-28G, ma risultano poco affidabili e necessitano di ulteriori verifiche. I cateteri con lume più piccolo di 26 G sono probabilmente troppo ridotti per permettere questa pratica. Le evidenze supportano questa pratica attraverso un CVC di 3 Fr senza significativo incremento del rischio di occlusione e di altre complicazioni correlate (NANN).

I valori di alcuni test ematici potrebbero non essere affidabili quando il prelievo viene effettuato da CVC (per esempio glicemia in corso di infusione di soluzioni contenenti glucosio, parametri di coagulazione a causa dell'eparina contenuta nel catetere, livelli terapeutici di farmaci a causa dei residui di farmaco presenti nel catetere)

Quindi, relativamente all'utilizzo dei CVC come sede di prelievo, si forniscono i seguenti suggerimenti:

Calibro del CVC Tipo Prelievi
1 Fr (27-28 G) Medex Medical 27 G/Vygon Premicath 28 G/Lumi singoli del Nutriline Twinflo (circa1 Fr) NO (in ogni caso)
2 Fr (24 G) Vygon Nutriline, Epicutaneo Cava SI, ma non modalità abituale di prelievo
3 Fr e oltre Arrow 18 G, Broviac SI

2. Trasfusioni di sangue e ed emoderivati

Alcune aziende produttrici e alcune Unità di Terapia Intensiva Neonatale consentono la trasfusione di sangue ed emoderivati in cateteri percutanei di calibro uguale o superiore a 26 G. Vi sono prove di efficacia limitate per la pratica clinica. Comportano preoccupazione l'interruzione delle altre infusioni, l'aumentata frequenza di accessi al catetere centrale e la possibilità di occlusione.

I cateteri di calibro più piccolo possono causare emolisi dei globuli rossi.

L'accesso venoso ideale per la trasfusione di sangue ed emoderivati è l'accesso periferico.

Suggerimento per la pratica:

Calibro 1 FR: NO trasfusione

Calibro 2 FR e oltre: valutare in base alla situazione clinica (disponibilità di accessi periferici, possibilità di interruzione di infusioni/parenterale e terapie farmacologiche in continuo in corso)

3. Necessità di più di un accesso centrale o di cateteri centrali multi-lume

Alcuni bambini necessitano di un catetere multi-lume o di più di un catetere contemporaneamente. In caso di coesistenza di due cateteri uno deve avere la punta localizzata in VCS e l'altro in VCI.

I cateteri le cui terminazioni sono localizzate nello stesso vaso si possono aggrovigliare e possono essere difficili da rimuovere.

I cateteri multi-lume aumentano il rischio di infezioni catetere-correlate proporzionalmente al numero dei lumi.

4. Irrigazione del catetere con eparina quando non utilizzato per infusioni in continuo (lock con eparina)

I cateteri con lumi maggiori di 28G o di 1,9 F possono permettere il lock con eparina (eparinizzazione) che ha come obiettivo il mantenimento della pervietà del catetere e la prevenzione/riduzione della formazione di trombi e fibrina a livello intraluminale ed extraluminale. I lock con soluzione salina non sono stati studiati nei cateteri di piccolo calibro utilizzati nei neonati quindi non sono un opzione accettabile per il mantenimento della pervietà al momento attuale.

Non vi è consenso in merito a concentrazione, volume e frequenza delle soluzione di eparina utilizzate per il lock.

La concentrazione di eparina riportata come efficace varia da 1 a 10 U/ml (maggior successo con le concentrazioni più elevate).

Per quanto riguarda volume e frequenza del flush, non ci sono dati che suggeriscono il volume più appropriato da utilizzare per ogni irrigazione del CVC. Si considera ragionevole utilizzare almeno due volte il volume del catetere e ogni dispositivo connesso (prolunghe, tappi). Approssimativamente 1 ml.

I lock con eparina dovrebbero essere effettuati ogni 6-8 ore.

D. Dispositivi CVC disponibili e specifiche caratteristiche

Nella SC Neonatologia e TIN i cateteri centrali (ombelicali, percutanei posizionati per via periferica e chirurgici) attualmente in uso sono i seguenti:

Tabella spazi morti di cateteri centrali, raccordi e linee connesse (da LINEA GUIDA FARMACI, I.O. Terapia intensiva Neonatale)

tabella_riempimenti.jpg

CATETERI CHIRURGICI

tabella_riempimenti_cateteri_chir.jpg

Cateteri ombelicali Argyle 2,5-3,5-5 Fr

KidsCathTM Neo 27 G (ex Medex Medical)27 G

Catetere neonatale in poliuretano alifatico, monolume, mandrinato, radiopaco

Vantaggi

Svantaggi

Vygon Premicath 28 G

Catetere neonatale in poliuretano flexane, monolume, radiopaco

Vantaggi

Svantaggi

Avvertenze (comuni a Medex e Premicath)

  • Possibilmente non utilizzare siringhe con calibro 1ml - 2,5ml - 5ml, terapia compresa: l'uso di tali siringhe potrebbe causare la rottura o danno del catetere
  • Utilizzare sempre pinze anatomiche senza “denti” e possibilmente con estremità “protette” ( da porzioni di sondino sterile tagliato) per l'elevato rischio di trauma e rottura del catetere
  • Non modificare la pressione d'infusione delle pompe: un uso improprio può causare la rottura del catetere
  • Il catetere non può essere lasciato eparinato se mantenuto solo per la terapia : infondere sempre una soluzione di mantenimento (velocità oraria pari a 0,5-1 ml/h) la cui pressione continua garantirà la pervietà del catetere
  • Non utilizzare il CVC per il prelievi: il catetere è troppo sottile, le pareti collabiscono durante l'aspirazione, elevato rischio di ostruzione
  • Se durante l'esecuzione di una terapia non si avverte più pressione a infondere e non si osservano perdite nel circuito significa che il CVC è rotto (non è andato in circolo un pezzo di catetere ma si è formato un buco lungo la parete) → è possibile continuare l'infusione ponendo molta attenzione all'osmolarità dell'infusione perché se la rottura è avvenuta prossimalmente al punto d'inserzione del catetere (nella porzione intravenosa) si sta infondendo in un vaso periferico e non centrale.
  • Nel caso di occlusione è possibile disostruire con soluzione eparinata o con Urokinasi
  • La rottura della parte esterna di questi cateteri impone la rimozione perché non sono riparabili
  • Se durante il posizionamento il catetere non progredisse praticare massaggio esterno molto delicatamente (vedi anche tabella su prevenzione e trattamento delle complicanze)

Vygon Nutriline monolume 24 G (2 Fr)

Catetere neonatale in poliuretano flexane, monolume, radiopaco

Avvertenze

  • Non utilizzare siringhe con calibro inferiore a 5 ml
  • Non modificare la pressione di infusione
  • Nel caso in cui il catetere sia mantenuto solo per la terapia, può essere eparinato (utilizzare apposita soluzione e infondere 0,5ml)
  • Il CVC, se non insorgono problemi infettivi legato al catetere stesso, può rimanere in situ per lungo tempo (mesi)
  • Se si ostruisce può essere disostruito con soluzione eparinata o con Urokinasi (vedi linea-guida “Disostruzione del catetere con Urokinasi”)

Vantaggi

Svantaggi

Vygon Nutriline Twinflo bilume 24 G (2 Fr) 30 cm

Avvertenze

  • non utilizzare siringhe con calibro inferiore a 5ml
  • non modificare la pressione di infusione
  • nel caso in cui il catetere sia mantenuto solo per la terapia, può essere eparinato (utilizzare apposita soluzione e infondere 0,5ml)
  • il cvc, se non insorgono problemi infettivi legato al catetere stesso, può rimanere in situ per lungo tempo (mesi)
  • se si ostruisce può essere disostruito con soluzione eparinata o con urokinasi (vedi linea-guida “disostruzione del catetere con urokinasi”)

Vantaggi

Svantaggi

Vygon Kit Haumont

Catetere Epicutaneo Cava in silicone 2 Fr/24 G con ago introduttore per inserzione per via percutanea e con set per inserzione del catetere in vena ombelicale

Vantaggi

Svantaggi

Sistemi di introduzione dei cateteri percutanei

(AGO Butterfly, Agocannula 24G, Agocannula apribile Microflash 20G, consigliato per neonati con peso > 800 g, Ago apribile 24G)

sistemi_introduzione.jpg

4. Procedure di posizionamento e di gestione dei CVC e degli accessi vascolari

Aspetti comuni a qualsiasi tipo di catetere venoso centrale

Considerazioni particolari

CVC e postura dell'arto superiore

E' dimostrato che, quando il CVC percutaneo viene posizionato in una vena periferica dell'arto superiore, i movimenti di abduzione e di adduzione dell'arto influenzano significativamente la posizione dell'estremità del catetere, con variazioni sino a 1,5 cm.

A seconda della vena scelta per l'inserzione, nelle posture citate nel riquadro sottostante, la punta del catetere verrà a trovarsi nella posizione più vicina all'atrio destro. Pertanto, allo scopo di individuare con più sicurezza la reale posizione dell'estremità del CVC, si raccomanda di utilizzare le seguenti posture quando si effettua la localizzazione radiografica del catetere:

vena basilica: → braccio addotto e gomito flesso

vena cefalica: → braccio abdotto e gomito flesso

vena ascellare: → braccio addotto, indipendentemente dalla postura del gomito

I cambiamenti di postura dell'arto possono essere utilizzati per correggere spontaneamente la posizione di un CVC malposizionato.

Esempio 1: CVC in vena basilica → ha imboccato una giugulare

Manovra di correzioneabduzione massima del braccio e estensione del gomito e ritorno a posizione normale a braccio addotto (CVC in VCS)

Esempio 2: CVC in vena cefalica → arrotolato in succlavia

Manovra di correzioneadduzione massima del braccio e estensione del gomito e ritorno a posizione normale (CVC in VCS)

CVC e pressione di infusione

Tenuto conto delle raccomandazioni sui limiti di pressione da utilizzare per le infusioni, l'accordo raggiunto nel nostro Reparto è di non superare i 400 mmHg.

CVC e utilizzo delle siringhe

Nonostante sia nota la raccomandazione di non utilizzare siringhe da 1ml - 2,5ml - 5ml su cateteri percutanei ad uso neonatale, si ritiene che in situazioni particolari il loro uso possa essere autorizzato, secondo un accordo raggiunto nella nostra Unità Operativa.

Esempi:

ATTENZIONE: non effettuare la diluizione con siringa da 1ml (si evita così l'aspirazione della quota di farmaco che si trova all'interno del cono della siringa)

Posizione della punta del catetere

Vedere anche MONITORAGGIO RADIOLOGICO ED ECOGRAFICO DELLA POSIZIONE DEI CVC

Catetere arterioso ombelicale
Catetere venoso ombelicale

Mantenere la punta del catetere lontana dall'origine delle vene sovraepatiche, dai rami della vena porta e dal foramen ovale. La posizione corretta dovrebbe essere la giunzione atrio-vena cava inferiore o nel dotto venoso di Aranzio. A volte non è possibile far progredire il CVO oltre il dotto venoso, in caso di ostacolo deve essere evitato ogni tentativo di forzatura.

Catetere venoso centrale per via percutanea

Il catetere si dovrebbe trovare nella vena più grossa possibile, fuori dal cuore, e con decorso parallelo all'asse maggiore del vaso così che la punta non sia a parete della vena o del cuore. Le raccomandazioni variano, ma vi è consenso generale sul fatto che la punta del CVC NON dovrebbe essere all'interno dell'atrio destro (in particolar modo per i CVC in poliuretano).

Tuttavia un vasto studio retrospettivo di 2.186 cateteri ha dimostrato che i cateteri le cui punte erano in atrio destro ma non “arrotolate” non erano associate con complicanze pericardiche (effusione).

Le raccomandazioni per una corretta posizione della punta del CVC sono le seguenti:

  • all'interno della VCS o VCI, fuori dalla piega pericardica, a circa 1 cm dalla silouhette cardiaca nel pretermine, a circa 2 cm dalla silhouette cardiaca nel neonato a termine).
  • quando inserito dalle estremità superiori la punta del catetere dovrebbe stare nella VCS, fuori dalla piega pericardica e sopra la vertebra T2.
  • quando inserito dalle estremità inferiori la punta del catetere dovrebbe stare nella VCI, sopra le vertebre L4/L5 o la cresta iliaca, ma NON nel cuore.
  • giunzione atrio destro-vena cava.
Conferma della posizione della punta

Posizione di paziente e misurazione per l'inserzione dei PICC

Sito di inserzione Posizione del bambino Misurazione
Vene antecubitali Supino, abdurre il braccio a 90° dal tronco; girare la testa verso il sito di inserzione per prevenire la migrazione del catetere verso l'alto verso la vena giugulare omolaterale Dal sito di inserzione pianificato, seguire il percorso della vena, sino all'incisura giugulare sino al 3° SICD
Vene safene o poplitee Supino per la vena grande safena; prono per la vena piccola safena o poplitea; gamba estesa Dal sito di inserzione pianificato, seguire il percorso della vena, sino al processo xifoideo
Vene dello scalpo (preferenzialmente da destra) Supino, con testa girata di lato; può essere necessario portare la testa alla linea mediana per permettere la progressione del catetere Seguire l'ipotetico percorso della vena dal sito di inserzione pianificato vicino all'orecchio, sino alla vena giugulare, a livello dell'articolazione SC destra, sino al 3° SICD
Vena giugulare esterna Supino, con testa girata di lato; piazzare un rotolo sotto il callo per causare lieve iperestensione Dal sito di inserzione pianificato, all'articolazione SC destra, sino al 3° SICD
Vena ascellare Supino; arto ruotato esternamente e abdotto di 120 °, gomito flesso e posizionare la mano del bambino dietro la testa; la vena si trova sopra l'arteria tra il lato mediale della testa omerale e la piccola tuberosità dell'omero Dal sito di inserzione pianificato, all'articolazione SC destra, sino al 3° SICD

Procedure di posizionamento specifiche per i vari cateteri

  1. Cateteri ombelicali Argyle 2,5-3,5-5 Fr
  2. KidsCathTM Neo 27 G (ex Medex Medical)
  3. Vygon Premicath 28 G
  4. Vygon Nutriline 2 Fr 24 G / Vygon Nutriline Twinflo 2 Fr 24 G
  5. Vygon epicutaneo-cava 2 Fr 24 G (kit Haumont per inserimento in vena ombelicale e percutaneo)

1. Cateteri in arteria e vena ombelicale

Precauzioni (per cateterismo arterioso)

2. KidsCathTM Neo 27 G (ex Medex Medical)

Tecnica di inserzione con Microflash:

3. Vygon Premicath 28 G

Tecnica di inserzione con Microflash:

Tecnica di inserzione con Ago apribile 24 G

4. Vygon Nutriline 2 Fr 24 G / Vygon Nutriline Twinflo 2 Fr 24 G

Tecnica di inserzione con Microflash:

5. Vygon epicutaneo-cava 2 Fr 24 G (kit Haumont per inserimento in vena ombelicale e percutaneo)

Tecnica percutanea

Tecnica di inserzione del catetere in vena ombelicale

Inserzione del CVC

Collegamento con Procedura/Istruzione operativa infermieristica

5. Complicanze legate al posizionamento e alla gestione dei CVC

(NPICC: prevenzione complicazioni Neonatal Network 2008)

1.Complicanze immediate (durante posizionamento)

Complicanza Prevenzione Trattamento
Dolore Ottimizzazione della care prima e durante la procedura Eventuale EMLA locale Contenimento adeguato Succhiotto e glucosio se adeguato
Considerare sedazione se necessaria
Difficoltà nella progressione del catetere Pianificazione della procedura (risparmio del patrimonio venoso) Attenta valutazione del sito di inserzione (scelta della vena migliore)
Posizionamento appropriato
Uso di mandrino
Calmare e contenere il neonato
Riposizionare l'arto
Girare la testa dalla parte opposta all'arto utilizzato (anche se ciò può aumentare il rischio di mal posizione)
Rimuovere parzialmente o completamente il mandrino
Infondere mentre si introduce il catetere (ciò irrigidisce leggermente il catetere e permette l'apertura delle valvole venose)
Retrarre il catetere di alcuni cm, riposizionare l'arto o il paziente, e tentare il reinserimento
Danno ai vasi: puntura arteriosa Conoscenza dell'anatomia per evitare la puntura arteriosa
Precoce riconoscimento della puntura vasale
Evitare forza eccessiva quando viene avanzato un catetere mandrinato
Una radiografia può localizzare un posizionamento arterioso o venoso solo se la punta è in sede centrale
Malposizione (punta del catetere fuori dalla vena cava) Attenta valutazione del sito di inserzione (scelta della vena migliore e più grossa possibile)
Misurazione accurata e posizionamento del catetere alla distanza appropriata
Inserzione lenta del catetere
Retrarre parzialmente il catetere e reinserire in corso di infusione (flush)
Se il posizionamento è in un estremità superiore, retrarre parzialmente il catetere, riposizionare la testa rivolta verso l'estremità, e reinserire il catetere solo se sterile
Se il posizionamento è in un'estremità superiore, considerare la somministrazione di fluidi e.v. attraverso il catetere per 24 ore dopo l'inserzione; controllare Rx a 4-24 ore per verificare spontaneo riposizionamento corretto della punta del catetere (se il catetere decorre lungo la vena basilica favorire postura dell'arto in abduzione, se il catetere decorre lungo la vena cefalica, postura dell'arto in adduzione)
Sanguinamento Attenta valutazione dei pazienti candidati al PICC Pressione al sito di inserzione
Verificare se il catetere è in vena o arteria
Medicazione occlusiva e cambiare dopo 24 ore
Usare agenti emostatici sotto la medicazione (Tabotamp) se il sanguinamento non regredisce
Danno alle strutture nervose
(rare ma riportate)
Conoscenza dell'anatomia
Buona visualizzazione della vena scelta
Approccio alle vene profonde solo da operatori esperti
Cura individualizzata per ogni neonato con sospetto danno nervoso
Embolia del catetere in seguito a rottura


Embolia gassosa
(rare ma riportate)
Evitare forza eccessiva quando viene avanzato un catetere mandrinato
Usare solo siringhe da 5 ml o più per infondere il catetere
Utilizzare pinze protette

Evitare l'introduzione di aria nel catetere o nelle prolunghe
Utilizzare pinze protette
Consultare il chirurgo per la rimozione del frammento di catetere



Fornire adeguato trattamento di supporto

2. Complicanze tardive (successive al posizionamento)

Complicanza Prevenzione Trattamento
Occlusione del catetere Non eparinare i PICC molto sottili (1 Fr)
Infondere continuamente liquidi (0,5-2 ml/h)
Utilizzare la tecnica flushing a pressione positiva (continuare a infondere a pressione sulla linea collegata al CVC e subito dopo clampare la prolunga)
Non usare PICC di piccolo calibro (1 Fr) per trasfusioni di sangue ed emoderivati e per prelievi di sangue; se possibile cercare di evitare le procedure sopra riportate per i PICC di calibro 2 Fr.
Impostare la pressione della pompa infusionale più elevata per minimizzare falsi allarmi
Verificare che c'è un'occlusione: 1) estendere l'estremità il più possibile e tentare di valutare un reflusso di sangue
2) posizionare il neonato in posizione ortostatica e tentare di valutare un reflusso di sangue
Considerare l'esecuzione di una radiografia per controllare la posizione della punta del catetere
Usare un agente trombolitico (Urokinasi)
Rottura/frattura del catetere Lavare con almeno una siringa da 5 mL per evitare una pressione eccessiva.
Fissare il catetere e il raccordo) con cerotti di sutura cutanea (steri strip) adesivi sterili ed un bendaggio occlusivo trasparente.
Ispezionare visivamente il catetere per eventuali inginocchiamenti.
Non clampare mai il catetere.
Evitare di fare entrare in contatto la superficie del catetere con alcool.
Rimuovere il bendaggio con le dita, non con le forbici.
Evitare il contatto diretto del bendaggio occlusivo con il catetere.
Evitare il contatto diretto del cerotto con il catetere.
Monitorare strettamente eventuali segni di perdita dal catetere.
Il catetere dovrebbe essere rimosso solo da personale adeguatamente addestrato.
Evitare una trazione eccessiva durante la manovra di rimozione del catetere.
Considerare la possibilità di riparare il catetere con apposito kit.
Consultare un chirurgo e/o un radiologo interventista per la rimozione dei frammenti del catetere.
CRBSI Utilizzare tecnica sterile durante la manovra di inserimento.
Effettuare un lavaggio delle mani adeguato.
Preparare tutti i farmaci e i liquidi da somministrare per via endovenosa in condizioni sterili.
Utilizzare tecnica sterile nell'inserimento del PICC.
Inserire il PICC il minor numero di volte possibile.
Pulire l'estremità del catetere (hub) ed il sito di iniezione con preparazioni antisettiche.
Considerare la formazione di un team dedicato alla gestione dei PICC (esperti)
Potrebbe essere necessario rimuovere il PICC.
Trattare i neonati con gli antibiotici adeguati.
Migrazione o malposizione del catetere1) Arrotolare la porzione esterna del catetere ed applicare cerotti di sutura cutanea adesivi e sterili (steri strip) vicino al sito di inserzione e lungo il catetere.
Applicare un bendaggio occlusivo trasparente.
Controllare il catetere ad ogni turno per assicurarsi che il catetere non sia migrato esternamente o più internamente.
Considerare un follow-up radiologico dopo 24-48 ore dal posizionamento ed ogni 2 settimane per monitorare un eventuale sposizionamento.
Valutare il bendaggio ad ogni turno ma sostituirlo solamente se necessario o non adeguatamente fissato.
Se il catetere è migrato più internamente bisogna retrarlo nella posizione corretta.
Se il catetere è migrato esternamente portare l'estremità in sede adeguata (profonda ma non centrale) se non è necessario tenere un accesso centrale.
Se l'estremità del catetere, retratto accidentalmente, ha oltrepassato le sedi venose profonde, rimuovere il catetere e posizionarne un altro se necessario.
Trombosi Usare cateteri della dimensione più piccola possibile.
Il posizionamento attraverso accessi centrali è ottimale.
Mantenere un flusso continuo di liquidi all'interno del catetere.
Non eparinare e mantenere chiuso.
Rimuovere il catetere.
Flebite Selezionare la vena più grande possibile per il posizionamento del catetere.
Minimizzare la manipolazione del catetere.
Applicare impacchi di acqua calda localmente 4 volte al giorno (se non vi sono segni di sepsi).
Potrebbe essere necessario rimuovere il catetere se la flebite non si risolve in 72 ore o se il neonato è settico.
Edema Massimizzare il flusso ematico.
Usare cateteri della dimensione più piccola possibile.
Facilitare il movimento degli arti.
Non usare un piano per la flebo
Non posizionare strumenti costrittivi (p.e.: bracciale della pressione) a livello delle estremità.
Se l'edema non si risolve, rimuovere il catetere.
Sollevare le estremità.
Mobilizzare l'arto.
Incarceramento del catetere
(per formazione di manicotto di fibrina o secondariamente a sepsi)
Applicare garze calde sulla cute intorno al CVC
Applicare una graduale e delicata trazione sul CVC
Terapia trombolitica
Rimozione chirurgica tramite incisione periferica

3. Indicazioni alla rimozione/sostituzione del CVC

A causa della particolare difficoltà di ottenere un accesso vascolare nei pazienti pediatrici e neonatali, occorre prestare attenzione alla frequenza con cui i cateteri vengono sostituiti in questi pazienti.

Alcuni centri di Terapia Intensiva Neonatale e alcune case produttrici di dispositivi vascolari suggeriscono la rimozione del catetere dopo tempi prestabiliti (cateteri in silicone massimo 30 gg, cateteri in poliuretano massimo 29 giorni).

Nella nostra S.C. il catetere viene rimosso appena non sia più necessario, se malfunzionante o per complicanze infettivo-infiammatorie locali e/o sistemiche legate al catetere.

Responsabilità

Il personale medico è responsabile di:

Il personale infermieristico è responsabile di:

La Coordinatrice Infermieristica è responsabile di:

Sigle e definizioni

BIBLIOGRAFIA

Naomi P O’Grady, MD, Leonard Mermel, DO, Adrienne Randolph MD, MSc etc. in collaborazione con il CDC (Centers for Desease Control-Atlanta) e l’HICPAC (Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee). Linee Guida per la prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare, 2011 (traduzione italiana a cura del GAVeCeLT; Gruppo aperto di studio; Gli accessi venosi centrali a lungo termine); http://www.cdc.gov/hicpac

F. Festini, A Baggiani Protocollo aziendale per la gestione del Catetere Venoso Centrale nel paziente in età evolutiva. Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer, Università di Firenze, Dipartimento di Pediatria (ottobre 2007) .

Prevenzione e trattamento delle Infezioni Correlate a Catetere Venoso Centrale, Documento di Consenso Regionale (Documenti dell’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana – ARS)- Progetto CORIST (Controllo Rischio Infettivo in Sanità Toscana); maggio 2007

Lamanna, Colnaghi. Procedura specifica: Posizionamento di accesso venoso periferico e centrale: Indicazioni, metodica e complicanze. 1^ Edizione 10/03/2003 – Terapia Intensiva Neonatale - ICP (Azienda Ospedaliera Milano)

Carla Maccioni, Bruna Magni. Istruzione Operativa: CATETERI VENOSI CENTRALI Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale 1^ stesura: Giugno 2003- Azienda ospedaliera Ospedale di Lecco

Mhairi G. MacDonald, Jayashree Ramasethu Atlas of Procedures in Neonatology – Fourth Edition 2007 Lippincott- Williams& Wilkins

Pamela R. Paulson, Kellee M. Miller Neonatal Peripherally Inserted Central Catheters: Recommendations for preventions of insertion and postinsertion complications Neonatal Network; Vol. 27, NO. 4, 2008; pag. 245-266

Janet Pettit, Mary Mason Wyckoff Peripherally Inserted Central Catheters Guidelines for Practice; 2 nd Edition, 2007 National Association of Neonatal Nurses

Ali M. Nadroo, Ronald B. Glass, Jing Lin, Robert S. Green, Ian R. Holzman Changes in Upper Extremity Position Cause Migration of Peripherally Inserted Central Catheters in Neonates Pediatrics 2002; 110:1 131-136

Todd T. Nowlen, Geoffrey L. Rosenthal, Gregory L. Johnson, Deborah J. Tom, Thomas A. Vargo Pericardial Effusion and Tamponade in Infants With Central Catheters Pediatrics 2002; 110:1 137-142

Argomenti aperti da approfondire

APPENDICE: RACCOMANDAZIONI CDC (2011) PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE A CATETERI

Si riportano sinteticamente, rimandando ad apposito e più ampio documento, le raccomandazioni espresse dal CDC di Atlanta in merito a formazione e training del personale allo scopo di ridurre le complicanze infettive associate all’uso di cateteri intravascolari (Linee Guida per la prevenzione delle infezioni correlate a cateteri intravascolari, 2011)
1. Educare il personale sanitario sulle indicazioni dei cateteri vascolari, sulle procedure corrette per l’impianto e la gestione dei cateteri intravascolari e sulle corrette procedure di controllo atte a prevenire le infezioni correlate ai CV. Categoria IA
2. Rivalutare periodicamente le conoscenze e l’aderenza alle linee guida di tutto il personale coinvolto nell’impianto e nella gestione dei CV. Categoria IA
3. Affidare l’impianto e la gestione dei CVP e CVC soltanto a personale addestrato che abbia mostrato competenza in queste manovre. Categoria IA
4. Assicurare appropriati livelli di preparazione nel personale infermieristico delle Terapie Intensive. Studi osservazionali suggeriscono che una percentuale troppo elevata di infermieri non specificamente addestrati alla gestione dei CVC e/o un elevato rapporto pazienti/infermieri si associa nelle UTI ad un aumento dell’incidenza di CRBSI. Categoria IB
Classificazione in categorie delle raccomandazioni (CDC- Centers for Disease Control and Prevention/HICPAC-Healthcare Infection Control Practices Advisory Commitee):
1. Categoria IA: strategia fortemente raccomandata per l’implementazione e supportata da studi sperimentali ben disegnati, studi clinici o epidemiologici.
2. Categoria IB: strategie fortemente raccomandate per l’implementazione e supportate da studi sperimentali ben disegnati, studi clinici o epidemiologici e da un forte razionale teorico; oppure pratica accettata e diffusa (es. tecnica asettica) benchè supportata da evidenze limitate.
3. Categoria IC: pratiche richieste da standard, regole, leggi statali o federali.
4. Categoria II: pratiche suggerite per l’implementazione e supportate da studi clinici o epidemiologici rilevanti o da un razionale teorico
5. Problema irrisolto: rappresentano un problema irrisolto per il quale l’evidenza disponibile non è sufficiente o non esiste ampio consenso riguardo all’efficacia.

1)
La migrazione della punta del catetere (in particolar modo quelli i poliuretano) può portare a erosione vascolare e raccolta extravascolare di fluidi (come idrotorace, effusione pleurica, fluidi nello spazio pericardico o nel peritoneo), tutte considerate emergenze mediche. I cateteri che migrano nel cuore possono causare disritmia. I cateteri posizionati dalle estremità inferiori possono migrare nello spazio spinale, epidurale o subaracnoideo, con esiti neurologici avversi. Sono state riportate due morti neonatali in relazione a migrazione o posizionamento della punta del catetere in atrio destro, con conseguente tamponamento cardiaco). La posizione anomala del CVC in vena lombare ascendente (origine delle vene azygos ed emiazygos) può essere individuata solo con Rx latero-laterale.